Le donne della porta accanto è un progetto collettivo di scrittura e giornalismo femminista e interesezionale.
Le donne della porta accanto sono donne che vogliono tornare ad alzare la voce, ciascuna nell’ambito dei propri interessi e delle proprie competenze.
Perché noi donne non dobbiamo per forza essere relegate a discutere degli argomenti che gli uomini ci hanno riservato. Cucina, bambini o moda, ma neanche dobbiamo sentirci legittimate a trattare solo di temi generalmente classificati come “femministi”. Certo, nessuno più di noi ha il diritto di parlare della nostra libertà, della nostra sicurezza o del nostro utero, ma non siamo obbligate a limitarci a questo. Una donna è libera (e capace) quanto un uomo di parlare di nuove scoperte tecnologiche, di politica internazionale, di informatica o di astronomia.

Le donne della porta accanto sono tutte le donne che desiderano uno spazio libero per parlare di quello che vogliono, senza limitazioni o censura, uno spazio dove possano essere ascoltate con la stessa attenzione riservata agli uomini. Questo è uno spazio interamente femminile ma che si propone di parlare a tutta la collettività.

-la redazione-

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Elena Esposto

Ho fondato il progetto Le donne della porta accanto nel maggio 2019.
Sono nata in Trentino, ma la Lombardia mi ha ormai adottata.
Per vivere analizzo dati, e per sopravvivere iper-analizzo la vita.
Ho un dottorato di ricerca in Economia Comportamentale e Teoria dei Giochi e attualmente sono iscritta alla Laurea Triennale in Lettere Moderne. Tutto ciò che è misterioso ed esoterico ha un enorme fascino per me, e tempo libero studio i Tarocchi. Il mio grande sogno e fare una seduta spiritica in cui incontro Shirley Jackson.
Sono una lettrice compulsiva, amo scrivere, imparare lingue straniere (anche morte), viaggiare in treno, coltivare fiori e coccolare i miei gatti. Non disdegno mai una bella birra fresca.

profile
Sofia Brizio

Sono una scrittrice, traduttrice e attivista disabile nata a Bergamo nel 1997. Da sempre affamata di conoscenza e nuove esperienze, nel 2016 mi sono trasferita nel Regno Unito per conseguire una laurea in Media, Journalism and Cultural Studies e poi un master in Cultural and Creative Industries. È qui che ho iniziato a riflettere e scrivere di come il linguaggio che usiamo dà forma alla realtà che ci circonda e quindi al cambiamento. Perciò racconto la mia storia, scrivo di diritti delle persone disabili, femminismo intersezionale e bilinguismo. Faccio ricerca sull’inclusione delle comunità marginalizzate nelle industrie culturali e creative.Mi metto sempre in discussione e, forse ingenuamente, sono convinta di poter cambiare il mondo una parola alla volta.

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Mari Catricalà

Nata nei dintorni di Milano il 24 marzo 1995.
Leggo tanto ma lentamente, a volte ne parlo e ne straparlo e mi piace anche fare foto.
Migrante per scelta, multiculturale per genetica. Ho studiato letteratura, filosofia della mente e teoria della letteratura e qualche anno fa ho capito che parlare delle emozioni che suscitano sia il modo più bello, creativo, dirompente di dare voce i libri.Quindi scrivo di lettura e di emozioni, degli scombussolamenti che questi oggetti magici provocano e di come aiutino (o no) ad affrontare i nostri momenti di transizione.
Ho un piccolo grande interesse per le migrazioni (transizioni!) intersezionali e per le questioni multilinguistiche. Insomma, occupo spesso spazi liminali e tutto sommato mi ci trovo bene.

giulia
Giulia Farina

Classe 1997, nata sulle sponde del lago di Como vivo la realtà un po’ al contrario, iniziando da un folle pendolarismo Lugano-Como. Lavoro in teatro, scrivo, leggo, accarezzo animaletti e non so stare zitta. Intraprendo la strada del precariato con una Laurea Triennale in Lettere Moderne e la riconfermo con una Magistrale in Comunicazione d’impresa e Organizzazione di Eventi Culturali. Milano ha dato i natali a un femminismo militante e a una tesi sull’esplorazione del ruolo delle donne disabili nel mondo dell’editoria, dunque all’incontro con Le Donne della Porta Accanto.
Amante di libri, jazz e aria aperta affronto la quotidianità un libro, uno spettacolo a teatro e una polemica alla volta.
Scrivo per avvicinarmi al cuore di chi si sente perso, invisibile, incompreso, confuso, magari insieme veniamo a capo di qualcosa.