La bottega delle Erbe
Di Alice Rita Giugni
Si aprono le porte per “La bottega delle Erbe”, entrate e lasciatevi inebriare dai profumi delle piante officinali, dei fiori e delle erbe essiccate, delle essenze e degli oli essenziali.
Permettete alla vostra mente di fluttuare leggera insieme ai vapori dei decotti, ai fumi delle resine bruciate e degli incensi, tra i ricordi del passato, i sogni presenti e le future speranze.
Concedete alle vostre emozioni l’opportunità di vibrare armonicamente con le frequenze terapeutiche dei fiori di Bach.
Ascoltate le storie narrate dalle piante: racconti di viaggi per il mondo attraverso l’aria, l’acqua e la terra. Storie di uccelli, di insetti, di animali reali e leggendari, di mercanti, pirati e marinai, di imprese eroiche, di mistici rituali, di conquiste e di scoperte, di evoluzioni, di contaminazioni e di resistenza, di terapie e guarigioni. Narrazioni di cicli, di vita, morte e rinascita.
Lasciatevi attraversare dall’Incanto, abbandonatevi alla Bellezza e alla Magia della Natura, tempio di guarigione per il corpo e per lo spirito.
La bottega delle Erbe è una rubrica che affronterà temi di erboristeria, leggende e curiosità del mondo vegetale attraverso una consapevole fusione tra nozioni medico-scientifiche ed antichi saperi empirici, con la profonda convinzione che la “Cura” è frutto di un’alleanza e non di una contrapposizione tra la medicina scientifica convenzionale e le medicine alternative, tra le conoscenze antiche e le nuove scoperte, tra sapere e sentire.
Nei vari articoli le erbe ci condurranno in un viaggio alla ricerca del benessere fisico, della mente, dell’anima e saranno maestre di vita. Il nome della rubrica nasce proprio dall’idea che le piante possano essere per l’essere umano magistrae vitae. A tal proposito il lettore potrà dunque calarsi nei panni di un apprendista rinascimentale che va “a bottega” dalle erbe per imparare a fare della propria vita un’opera d’arte, traendo ispirazione dai comportamenti dei vegetali, osservandoli e sfruttando al meglio le proprietà terapeutiche e i principi attivi che da questi si possono estrarre.
Perché le piante sono così importanti?
Circa 420 milioni di anni fa delle alghe verdi pluricellulari in grado di effettuare la fotosintesi, le Carofite (tuttora viventi), fecero capolino dalle acque sulla terraferma. Fu proprio la comparsa dei primi organismi fotosintetici nei mari, 3,5 miliardi di anni fa, che contribuì a creare le condizioni ideali affinché la vita potesse dagli oceani espandersi anche sulla terra. La progressiva produzione di ossigeno da parte di questi organismi fotosintetici portò ad aumentarne i livelli nelle acque fino alla saturazione e la conseguenziale liberazione di questo gas nell’atmosfera, arrivando allo strato più esterno, dove venne convertito in molecole di ozono. Lo strato di ozono così formatosi consentì agli esseri viventi una sufficiente protezione dalla radiazione ultravioletta dei raggi solari e di conseguenza il proliferarsi della vita sulla terraferma.
Le piante abitano dunque la Terra da molto tempo prima di noi ed hanno anche una vita biologica assai più lunga dell’essere umano. La pianta più antica per adesso scoperta è un anello di cespugli, King Clone, situato nel deserto del Mojave in California che si stima avere 11700 anni. L’albero più longevo è un abete rosso svedese, Old Tjikko, che, attraverso datazione al carbonio delle sue radici, ha rivelato avere 9550 anni di vita.
Anziane, sagge, verdi maestre che in silenzio hanno osservato scorrere la vita sulla terra, le piante ci hanno fornito e ci forniscono ossigeno rendendo abitabile il nostro pianeta, purificano l’aria convertendo l’anidride carbonica in zuccheri e sono alla base della piramide alimentare. Oltre ad essere una fonte di nutrimento per i vari esseri viventi, le utilizziamo per produrre la carta, i tessuti e da esse si possono estrarre vari composti chimici, alcuni utilizzati come farmaci, ad esempio l’acido acetilsalicidico, la digitossina e la morfina.
Sono essenziali quindi, ma cosa possono insegnarci le piante?
Possono insegnarci a superare le difficoltà, ad adattarci, a poterci muovere anche nell’immobilità fisica, a comunicare in silenzio, a creare reti, a condividere e ad unirsi. Il professor Stefano Mancuso, botanico, accademico, saggista, insegnante di arboricoltura generale e etologia vegetale all’Università di Firenze, direttore del laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale, nei suoi studi ha dimostrato che le piante sono più evolute degli animali nel progettare efficaci metodi di sopravvivenza ed invita tutti ad osservare e studiare il loro comportamento per salvaguardare il futuro del pianeta. Mancuso sostiene che: “Qualunque sia il problema gli animali lo risolvono spostandosi, quindi non risolvono i problemi, ma li evitano. Per le piante, che non possono muoversi, è più importante trovare una soluzione efficace al problema”. Per sopravvivere, dunque, le piante risolvono i problemi e così evolvono: i fiori, tanto belli e profumati, ne sono un meraviglioso esempio, sono una delle risposte evolutive alla domanda “come posso riprodurmi nella maniera più efficace?”, il loro stesso profumo è un esempio di adattamento, è una delle risposte alla domanda “come posso attirare un insetto impollinatore?”
Il professor Mancuso afferma poi nel libro “Plant Revolution” che le piante possono insegnarci la democrazia: “Le organizzazioni ampie, distribuite e senza centri di controllo in natura sono sempre le più efficienti. I recenti progressi della biologia nello studio del comportamento dei gruppi indicano, senza ombra di dubbio, che le decisioni prese da un numero elevato di individui sono quasi sempre migliori di quelle adottate da pochi”. E prosegue in questo capitolo intitolato proprio “Democrazie verdi”: “L’idea che la democrazia sia un’istituzione contro natura, dunque, resta solo una delle più seducenti menzogne inventate dall’uomo per giustificare la sua, contronaturale, sete di potere individuale”.
Per comprendere meglio lo stato democratico delle piante possiamo immaginarci un bosco, un organismo unico formato da piante connesse le une con le altre attraverso le radici con le quali si scambiano acqua, nutrienti e informazioni sull’ambiente. Le piante, non si limitano solo a comunicare e collaborare tra di loro. Da alcuni esperimenti della ricercatrice Suzanne Simard, collega del professor Mancuso, è emerso infatti che le piante arrivano a soccorrere ed aiutare gli individui più deboli. Questo è stato dimostrato dopo aver tracciato con anidride carbonica marcata un abete in un bosco in Canada. Dopo una settimana di osservazioni è emerso che lo zucchero prodotto dall’abete preso in esame e dagli altri esemplari vicini era stato diffuso nella zona della foresta dove erano presenti gli individui più giovani e quelli più deboli.
Democrazia, condivisione, aiuto reciproco, scambio, interconnessione, adattamento, pazienza, resistenza sono solo alcuni degli insegnamenti che possiamo trarre andando “a bottega” dalle piante e di cui tratteremo, insieme ai benefici terapeutici che ne possiamo ricavare.
Grazie per essere entrati nella “Bottega delle Erbe”.
Vorrei salutarvi con un proverbio indiano che mi accompagna da molto tempo e che trovo un insegnamento che possiamo apprendere dall’osservazione delle piante:
“ Sii come il cedro, che profuma anche l’ascia che lo abbatte”.