Gli orientamenti invisibili: asessualità e aromanticismo con Francesca Anelli
Di Sofia Brizio
Quando parliamo di sessualità e orientamenti sessuali, nella maggior parte dei casi siamo tutto sommato consapevoli della complessità culturale e sociale dell’argomento. La sessualità è uno spettro che comprende infinite sfumature, ma alcune parti di questo spettro rimangono più invisibili di altre a causa di condizionamenti culturali e preconcetti. Asessualità e aromanticismo sono tra queste. Ho intervistato Francesca Anelli (@franzectanelli su Instagram), attivista asessuale, per fare chiarezza.
Prima di iniziare a scrivere quest’articolo, ho deciso di fare una breve ricerca su Google. Parola chiave: ‘asessualità’. I risultati mi hanno lasciata a bocca aperta. ‘asessualità sintomi’, ‘asessualità diagnosi’, ‘come si fa a capire se si è asessuati?’, ‘come sono le persone asessuali?’. Domande superficiali e piene di preconcetti, come l’equivalenza tra asessualità e malattia, o asessuale e asessuato, che mi hanno spinto a scrivere dell’argomento per far luce su quella parte della comunità LGBTQ+ che in pochissimi conoscono. Mi sono rivolta a Francesca Anelli, che è molto attiva, soprattutto online, per i diritti delle persone asessuali e aromantiche.
“Le persone asessuali e/o aromantiche e le persone bisessuali tendono a essere molto solidali all’interno della comunità LGBTQ+, perché spesso subiscono le stesse critiche e la stessa invisibilità,” mi dice Francesca. Le persone asessuali e/o aromantiche costituiscono circa l’1.7% della popolazione LGBTQ+, rendendo l’asessualità una sorta di ‘orientamento invisibile’ (come nel libro The Invisible Orientation di Julie Sondra Decker) che la grande maggioranza fatica a comprendere. Persino la prima definizione di Google, riduce l’asessualità a “mancanza di attrazione sessuale verso ogni genere”. Queste ricerche e questa percentuale però sono spesso contestate nella comunità asessuale, perché molte persone non hanno gli strumenti per sapere di essere asessuali e i sondaggi non sono sempre attendibili.
La realtà è molto più complessa: “La prima cosa da capire è che l’asessualità riguarda il tuo rapporto con l’attrazione sessuale. Come in tutti gli orientamenti sessuali, ci sono diversi tipi di attrazione. Siccome però questi tipi di attrazione spesso si presentano contemporaneamente (o pensiamo che si presentino contemporaneamente per ragioni culturali), non sempre ci rendiamo conto che nella stessa sfera parliamo anche di orientamento romantico e altri tipi di orientamento… Questa cosa riguarda tutt*, non solo le persone asessuali o aromantiche”.
Ciò significa che una persona può essere etero, gay, bi e contemporaneamente asessuale o aromantica. E a sua volta l’approccio al comportamento sessuale può variare da completa repulsione per qualsiasi attività sessuale (persone sex-repulsed in inglese), a indifferenza (sex-indifferent) ad accettazione (sex-favourable), in uno spettro che oscilla costantemente. “La cosa bella di avere un orientamento sessuale che sia uno spettro è la possibilità di non essere rigidi con se stess* ed essere consapevoli che tutto è fluido e le cose possono cambiare da un momento all’altro,” spiega Francesca.
È questa idea di fluidità che spesso attira ostilità da parte delle persone allosessuali (ossia persone che sperimentano attrazione sessuale in modi considerati culturalmente convenzionali) e dalla stessa comunità LGBTQ+. In primo luogo, asessualità e aromanticismo sovvertono le comuni definizioni di diversi tipi di relazioni romantiche o di amicizia. “Le persone asessuali e/o aromantiche, avendo un rapporto con la sessualità diverso dalla media, riescono a rendersi conto di cose che le persone allosessuali non sempre vedono, sia per questioni personali sia culturali. È una questiona molto personale, ma tendenzialmente si prova attrazione romantica quando si hanno le ‘farfalle nello stomaco’, il che non implica automaticamente la volontà di una relazione sessuale e a volte nemmeno romantica. L’attrazione sessuale invece è legata, appunto, alla sfera sessuale, però non significa necessariamente trovare una persona attraente dal punto di vista romantico o volerla avere come partner.”
Culturalmente, tendiamo ad avere una concezione delle relazioni romantiche come automaticamente sessuali e viceversa, in maniera tale che il sesso diventa il fattore discriminante tra una relazione romantica e una di amicizia, ma non è sempre così, come spiega Francesca: “Il sesso è culturalmente molto complesso. Per le persone allosessuali, spesso le effusioni sono prerogativa di una relazione romantica e culminano nel rapporto sessuale. Anche nei film spesso viene rappresentato come ovvio e talmente naturale che lo diamo per scontato. Questo rientra anche nella teoria del consenso: secondo le aspettative sociali, se io ti ho dato un bacio allora acconsento a fare anche altro, ma non è vero. Togliere questo collegamento automatico sarebbe meglio per tutt*.”
In secondo luogo, le relazioni asessuali e/o aromantiche trascendono la cosiddetta scala mobile relazionale, secondo la quale una relazione romantica nel senso convenzionale del termine deve seguire una serie di tappe in ordine preciso, percepito come un impegno crescente (ad esempio convivenza, matrimonio, figli etc.). “Nel momento in cui la relazione devia da questi standard, viene percepita una mancanza, ed è questo l’aspetto più difficile del vivere come persona asessuale. [Un discorso simile] può valere anche per le persone che non vogliono figl*. per esempio, spesso viene detto che bisognerebbe comunicarlo al primo appuntamento, così l’altra persona ne è consapevole e può decidere di conseguenza. Ma nessuno chiede a chi invece vuole figl* di esplicitarlo, perché l’aspettativa sociale è dalla loro parte. È giusto esplicitare i propri obiettivi e desideri, ma dovrebbe essere così da entrambe le parti. Non dovrebbe esserci una parte che si aspetta determinate cose dall’altra che, nel momento in cui non le può offrire, deve mettere le mani avanti come se l’altro si dovesse sacrificare”.
Riflettere su come trattiamo asessualità e aromanticismo dal punto di vista sociale e culturale, quindi, ci può aiutare a normalizzare delle aspettative più sane per tutt*, indipendentemente dall’orientamento sessuale e/o romantico: “Essere asessuali non significa in assoluto non fare sesso, così come essere aromantic* non significa necessariamente non volere relazioni romantiche. Ogni relazione va negoziata, e i termini possono cambiare in qualsiasi momento. Posso iniziare una relazione pensando di volere dei rapporti sessuali, ma poi mi rendo conto che non li voglio o che li voglio solo a certe condizioni e viceversa. Dovrebbe essere normalizzato per tutti gli orientamenti.”
La questione dell’asessualità in particolare è complessa anche dal punto di vista intersezionale. A causa dell’errata equivalenza tra asessualità e castità, che invece sono due dimensioni completamente separate. Spesso si tende a pensare che le persone asessuali non possano o addirittura non debbano fare sesso perché non hanno gli strumenti per acconsentire a un rapporto. Questi preconcetti possono essere deleteri soprattutto se la persona asessuale è anche disabile o neurodivergente, per la tendenza a considerare le persone disabili come asessuate e incapaci di percepire e controllare la propria sessualità.
“Tutto questo nasce da una concezione dell’attrazione molto limitata. Non per forza bisogna provare attrazione sessuale verso qualcuno per fare sesso, perché il sesso è un comportamento, un atto collegato anche alla libido e all’eccitazione (‘arousal’ in inglese) che sono meccanismi fisiologici. Non deve per forza essere collegato a una persona perché è un bisogno fisico, come quando hai fame. Se impariamo a guardare al sesso come prima di tutto (ma non esclusivamente) un bisogno fisico riusciamo a capire anche come una persona asessuale può e vuole fare sesso, a determinate condizioni. Ci possono essere mille ragioni, anche emotive e culturali, ovviamente all’interno di rapporti consenzienti. E’ un aspetto complesso e multisfaccettato del comportamento umano che comprende bisogni fisici, desideri, emozioni, circostanze, e così via”.
Asessualità e aromanticismo stanno fortunatamente acquistando visibilità grazie alle comunità online e ad un’efficace anche se limitata rappresentazione mediatica. Penso ad esempio al libro Loveless di Alice Oseman, autrice anche della famosa serie di Heartstopper, che affronta questioni di identità, asessualità e aromanticismo con leggerezza e semplicità. Come in tutte le cose, è importante ascoltare le voci delle persone interessate ed educarsi costantemente. A questo proposito, Francesca consiglia la lettura di Ace di Angela Chen, che raccoglie testimonianze di persone asessuali.