Il Lampone: il frutto del monte Ida
Di Alice Rita Giugni
Si aprono le porte della Bottega delle Erbe, viene ad accoglierci e ci cattura un irresistibile dolcissimo profumo che ci fa venire l’acquolina in bocca e ci catapulta in mitici boschi montani abitati da ninfe… Oggi saremo a bottega dal delizioso Lampone: il frutto delle Dee, simbolo di sensualità, desiderio, piacere e gioia dei sensi.
Il Lampone è un arbusto appartenente alla famiglia delle Rosaceae e al genere Rubus che cresce nei boschi montani prediligendo i querceti silicicoli e i faggeti-querceti acidofili. Come il Rovo, segnala un processo di degradazione della foresta. Colonizza opportunisticamente parti di bosco che sono stati soggetti di incendi o tagli del legno.
Dalla radice a stolone del Lampone nascono fusti eretti e leggermente spinosi. Le foglie sono pennate e i fiori a 5 petali sono piccoli e bianchi. I frutti penduli sono composti da numerose drupe pubescenti che formano un corpo fruttifero sferico, commestibile, di colore rosso e sapore dolce-acidulo, molto apprezzati nelle preparazioni alimentari. La dolcezza dei frutti dipende dall’esposizione al sole e la loro succosità dalla pioggia caduta mentre sono ancora verdi. L’intensità del loro profumo è proporzionale all’escursione termica tra giorno e notte: più questo valore sarà alto, più i lamponi ci inebrieranno con la loro fragranza divina.
La fioritura del Lampone avviene tra maggio e giugno, sotto il cielo dei Gemelli, governati, secondo l’astrologia esoterica, da Venere, la dea dell’Amore. I frutti maturano in estate, tra la fine di luglio e agosto.
Il nome scientifico del Lampone, Rubus Idaeus, allude al colore rosso del frutto e alla sua mitica provenienza: il monte Ida, montagna cretese oggi chiamata Psylotis, dove, come ci riporta Dioscoride nel “De materia medica”, cresceva copioso.
Il mito narra che Afrodite coglieva i succosi e coinvolgenti frutti del Lampone sul monte Ida per i suoi amanti, al fine di regalare loro piacere e gioia dei sensi. La dea raccoglieva i Lamponi anche per il figlio Enea, per allietarlo con la loro infinita dolcezza.
Il naturalista Georges-Louis Leclerc ricollegò l’origine del nome Rubus Idaeus ad un’altra leggenda, che ha sempre una protagonista femminile: la ninfa Ida. Ida, trovato in lacrime Zeus bambino, volle placare il suo pianto con un frutto di Lampone, che era originariamente bianco. Avvicinandosi alla pianta, la dea, si punse il petto con le spine dei rami e ne colorò i frutti che divennero rossi, come oggi li conosciamo.
Il Lampone, sia per la sua provenienza che per la mitologia, è una pianta profondamente legata al monte Ida: la montagna per eccellenza delle Dee e delle madri. Sul monte Ida sono ambientate le vicissitudini di Rea e di suo figlio Zeus, qui partorito e nascosto dal padre che avrebbe voluto divorarlo. Sempre su questa montagna, Zeus venne allattato dalla capra Amaltea e nutrito con il miele dalla ninfa Melissa. Il monte Ida è poi, come abbiamo precedentemente detto, il monte caro alla dea Afrodite, dove si consumano le sue passioni amorose, è il luogo degli incontri clandestini con Anchise e dove partorisce Eros ed Enea. Una montagna, dunque, di donne, in cui si intrecciano miti di Dee e di Ninfe, inebriate, nutrite e consolate dalla dolcezza dei Lamponi, frutti tra le cui proprietà terapeutiche spiccano proprio quelle legate a problematiche femminili e ginecologiche.
Il Lampone è un rimedio che accompagna la donna in tutte le fasi della sua vita fertile fino alla menopausa. I suoi bersagli sono l’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi, l’apparato riproduttivo femminile e i tessuti estrogeno-dipendenti.
Il Rubus Idaeus corregge e ristabilisce l’equilibrio a livello endocrino, regolarizza la funzione ovarica, stimolando la secrezione sia di estrogeni che di progesterone e svolge un’attività antismasmodica a livello uterino. La forma stessa del frutto del Lampone ricorda per segnatura un piccolo utero.
Il Lampone è indicato in caso di ipogonadismo nella pubertà: amenorrea, ritardo del menarca e della comparsa dei caratteri sessuali secondari, oligomenorrea. Viene utilizzato per tutti i tipi di disturbo funzionale del ciclo mestruale: stasi mestruale, dismenorrea, menorragie, menopausa iatrogena precoce e per combattere i vari sintomi della sindrome premestruale. Rilassando la muscolatura uterina e determinando la scomparsa di contrazioni secondarie, è indicato in gravidanza e per scongiurare le tendenze all’aborto. Risulta, inoltre, un valido aiuto contro le vaginiti, le bartoliniti e le vulvovaginiti, anche con leucorree. Si può utilizzare il Lampone in caso di cisti ovariche, cisti mammarie, mastiti, fibromi, miomi e per combattere l’endometriosi.
Per tutte queste problematiche se ne consiglia l’assunzione la sera per assecondare il fisiologico ritmo delle gonadotropine.
Per il medico omeopata Pol Henry il Lampone, essendo un arbusto, è all’interno della foresta un mediatore tra erbe ed alberi. Analogicamente nel terreno umano si fa mediatore dei ritmi neuro-endocrini, in particolare nella donna, opponendosi e contrastando la perdita di ritmo dell’apparato riproduttivo e la senescenza gonadica.
Il Rubus Idae era già coltivato nel Medioevo e utilizzato sia per uso alimentare sia come rimedio lassativo e diuretico. La tradizione erboristica faceva largo uso dei frutti e delle foglie: venivano preparati infusi e decotti dalle proprietà astringenti, diuretiche, lassative e digestive. Il succo ottenuto dai frutti di Lampone, aggiunto a quello di Ribes, serviva per fare uno sciroppo rinfrescante usato in caso di febbre, malattie esantematiche e infiammazioni urinarie.
Le infruttescenze del Lampone contengono acido folico, acido malico, acido tannico, vitamina B, vitamina C, ferro, zuccheri, mucillagine e pectine. Sono largamente impiegate nella tecnica farmaceutica come correttivi del sapore di svariati medicinali e vengono utilizzati come diuretici e per preparare lo sciroppo di Lampone (siripus rubi idaei), rinfrescante e febbrifugo.
Le foglie di Lampone contengono acido ossalico, pectine, tannini, vitamina C, sostanze resinose e vengono usate per curare disturbi gastrici e come astringenti intestinali associate ad altre droghe. Mescolate con la camomilla sono efficaci contro la timpanite dei bambini.
“Il popolo dei Lamponi
confina con altri popoli buoni e tranquilli:
fragole, mirtilli, lucciole e grilli.
Spesso giungono in visita
dagli Stati vicini
farfalle, api, bambini
con il cappellino bianco
che presto sarà nero di more…
O paese felice,
scoperto per errore,
Lamponia del mio cuore!”
Gianni Rodari, da “Viaggio in Lamponia”
Termina così la nostra lezione “a bottega” dal Lampone: pianta delle donne, delle Dee, delle madri e dei bambini. Buono, dolce, profumato. Nutrimento, medicina, ricordo dei sapori dell’infanzia. Puro, delicato, mitico, divino, ma al contempo anche goloso, voluttuoso, legato alle passioni, agli appetiti, al desiderio e all’amore. Morbido, dolce, dall’attraente colore e dall’inebriante profumo, che rimanda a freschi boschi o a golosissime pasticcerie… Gioia per i sensi.
Grazie al Lampone, frutto divino che ripopola di amena bellezza le foreste distrutte e avvolge nella sua dolcezza anche il più amaro dei farmaci, rendendolo più gradevole.