Una donna
La recensione di Michela Cardinale
Titolo
Una donna
Autrice
Sibilla Aleramo
Editore
Feltrinelli
Recensione
“Una donna” è una testimonianza sulla condizione delle donne in Italia. Nonostante sia stato scritto all’inizio del secolo scorso è ancora molto attuale.
Il romanzo ci guida alla scoperta progressiva che una donna fa di se stessa e della sua dignità attraverso il dolore e la sofferenza.
Si tratta di un romanzo difficile, scritto con la consapevolezza della necessità di essere libera, di essere cosciente del proprio valore e della propria femminilità.
Il romanzo di Sibilla Aleramo è uno dei primi testi apparsi in Italia ad offrire una riflessione su temi femministi.
A chi lo consigliamo
Consiglio di leggere questo libro alle persone che hanno voglia di scoprire le difficoltà che le donne hanno dovuto affrontare (e spesso devono affrontare anche oggi) per vivere in modo autentico, rimanendo fedeli a se stesse nonostante le costrizioni che le vogliono “perfette” in ogni occasione.
La lettura del libro ci aiuta a mettere a confronto gli avvenimenti del romanzo, con la nostra vita.
Se è vero che dall’inizio del ‘900 alcune cose sono cambiate è vero anche che al giorno d’oggi tante donne devono ancora subire le conseguenze dei meccanismi sociali, di cui Sibilla parla nel libro.
Spunti di riflessione
Nonostante uscito per la prima volta nel 1906 “Una Donna” è ancora un libro molto attuale.
Leggendolo ci si rende conto di quanto sia cambiata la condizione della donna da allora, ma anche quanto ci sia ancora da compiere in questo cammino.
Sentiamo la forza che la protagonista mette nella conquista della sua identità di donna non più sottomessa all’uomo, e comprendiamo l’inquietudine e il prezzo da pagare per poter essere in pieno se stessa, il dolore dell’imposizione di rinunciare ai figli.
Anche se la protagonista è una sola, quelle parole potrebbero essere le parole di tutte le donne che non sono ancora libere di scegliere e di affermare la propria identità.
Amare e sacrificarsi e soccombere! Questo il destino suo e forse di tutte le donne? (…) tutto era vano, la gioia e il dolore, lo sforzo e la ribellione: unica nobiltà la rassegnazione.
Cogli occhi meno ansiosi, distinguo anche ne’ miei primissimi anni qualche ombra vaga e sento che già da bimba non dovetti mai credermi di essere interamente felice.
In realtà la donna è una cosa che esiste solo nella fantasia degli uomini: ci sono delle donne, ecco tutto.