Sette storie “Senza paura” per il TEDxNavigliWomen
Di Elisa Belotti
“Senza paura” è il tema scelto per il TEDxNavigliWomen da poco terminato. È stato raccontato il coraggio di donne e uomini che si impegnano quotidianamente per far progredire la società, aumentando la parità e l’inclusione. In un momento di così grande incertezza, come hanno ricordato le parole della moderatrice Florencia di Stefano-Abichain, è ancora più importante ascoltare chi non ha desistito davanti a scelte difficili.
Il talk si è aperto con Francesca Borghetti, autrice e regista, che ha raccontato la nascita del documentario Climbing Iran. Dopo aver trovato la fotografia di una donna iraniana, Nasim Eshqui, capace di aprire nuove vie sulle pareti di roccia, ha deciso di incontrarla e raccontarne la storia.
Dalle vicende della free-climber, passa a indagare la storia di un Paese, l’Iran, e il personale si fa pubblico e politico. Borghetti è diventata “compagna di cordata” di Eshqi, ha guardato le cose dalla sua prospettiva, con lei è arrivata sulla cima della montagna e ha narrato come questa donna abbia cavalcato gli stereotipi e si sia riappropriata di se stessa in un elemento che è per sua natura egualitario: “Non importa se sei un uomo o una donna. Quando sei sulla roccia la gravità agisce su tutti allo stesso modo”.
Dal cinema si passa all’imprenditoria e alla moda con Aurora Chistè, fondatrice di Maakola, un brand di abbigliamento che raccoglie l’eredità delle tessitrici e commercianti ghanesi. Chistè, infatti, si è confrontata con il significato identitario della moda e dei tessuti durante i suoi viaggi in Ghana.
Ha visto che le stoffe raccolgano la storia delle donne di quella nazione e l’importanza dello storytelling per il commercio locale. Ogni tessuto racconta un’identità, una scelta di vita, e la centralità del settore tessile è stata raggiunta proprio nel periodo post coloniale, quando il Ghana voleva contrastare lo stato di inferiorità cui l’aveva relegato l’Europa. Il continente africano ha il più alto tasso di imprenditrici al mondo e il commercio è il campo che offre più possibilità lavorative, ma i guadagni sono bassi. Chistè cerca quindi con Maakola di ampliare i ricavi delle lavoratrici ghanesi, invertire secoli di sfruttamento e promuovere un’equa prosperità, distruggendo il pregiudizio che vede il continente africano come inerme e inerte.
Questo TEDx non ha solo voci femminili.
Interviene anche Marco Ottonello, manager di eBay, raccontando di come, dopo la nascita dei figli, abbia scelto il congedo parentale per occuparsi di loro. Parla giustamente di un cambiamento, ribadendo con forza e orgoglio come la cura sia un lavoro.
La possibilità del congedo parentale facoltativo e parzialmente retribuito esiste, ma quasi nessuno lo sa. Ottonello ha scelto di scontrarsi con i pregiudizi e le aspettative legate al suo genere perché “questa esperienza mi aiuterà in futuro a essere un migliore padre, un migliore marito, un migliore manager”.
Ha incontrato una reazione interessante: ha sdoganato questa possibilità anche per altri padri. “Se lo fai tu, allora lo posso fare anche io” gli hanno detto in molti. Agire per primi porta a non essere gli unici e apre nuove strade per chi verrà dopo.
È poi il momento di Fosca Giannotti, direttrice di ricerca al CNR di Pisa, che parla della bellezza della scienza dei dati e dell’intelligenza artificiale. Queste discipline stanno progettando la realtà del futuro e non è possibile che poche donne accedano a un ruolo così decisivo. Le ricercatrici STEM non sono numerose, eppure la prima programmatrice è stata Ada Lovelace e le missioni dell’Apollo erano guidate da Katherine Johnson, Dorothy Vaughan e Mary Jackson. Oggi si sta progettando una società nuova e i processi possono andare in direzioni diverse. È questo il momento in cui dev’essere rappresentata la diversità e le donne sono una presenza fondamentale. Impegnarsi per mettere le tecnologie a servizio della società che vorremmo significa impegnarsi tutti e tutte.
La paura viene affrontata anche da Luca Colombo, country director di Facebook Italia, nel raccontare del suo tumore alla mammella.
“Il problema è che non ne sapevo abbastanza. Era come guardare il cielo nell’emisfero Sud e non riconoscere nessuna costellazione. Ero dalla parte sbagliata della statistica”. Colombo spiega che la paura gli precipitò addosso quando fece l’ecografia e non se ne andò finché non trovò gli strumenti per reagire e intervenire sul tumore. Dopo una lunga cura è guarito, ma la sensazione dominante è stata la solitudine. Essa è diminuita nella condivisione con altre persone che hanno vissuto la stessa esperienza. Per questa ragione ha scelto di raccontare la sua storia e far sentire meno sole le persone affette dalla sua stessa patologia.
Dalla paura per qualcosa che è dentro di sé alla paura per ciò che sta all’esterno. Cathy La Torre, avvocata e attivista, ha aperto il suo talk leggendo alcuni degli insulti che ogni giorno trova sui suoi canali social. Convive infatti quotidianamente con una marea di odio senza volto e senza un’identità e si è resa conto che essere l’obiettivo dell’hate speech non è più una questione privata. Negli ultimi anni sono aumentate le vittime dell’odio online e La Torre ha deciso di agire in questo campo: colpire velocemente e mirare al portafogli attraverso le azioni civili. Da qui nasce Odiare Ti Costa, la campagna lanciata con Maura Gancitano, che aiuta a capire il confine tra insulto e libertà di espressione e si muove, anche attraverso vie giudiziarie, per tutelare le vittime dell’hate speech. Con questa campagna La Torre si batte perché il web sia un posto migliore e da quando ha iniziato l’odio nei suoi confronti è aumentato, perché il suo obiettivo è scomodo. Questa nuova frontiera del diritto fa paura a chi si sente tutelato dal proprio privilegio. La Torre, però, continua a lavorare per quelli che chiama “diritti XXL”, che comprendono davvero tutti.
L’ultimo intervento è quello di Eugenia Carfora, dirigente scolastica di un istituto di Caivano, in provincia di Napoli, dove ha fatto dell’educazione alla legalità il suo baluardo. In un luogo in cui regnavano l’incuria e l’abbandono, sia degli spazi che delle persone, ha deciso di agire per ridurre la dispersione scolastica e rendere la scuola un posto sicuro. “La scuola è già casa, tu non devi fare altro che nutrirla con i valori, la conoscenza e le competenze”, per poi diffonderne la positività su tutto il territorio. La voce vibra di emozione e dell’energia stessa che lei vede nelle sue classi quando richiama la necessità di tornare, in sicurezza, alla didattica in presenza, più accessibile e incisiva.
“Senza paura” ha un significato diverso per ogni ospite: vincere la sfiducia verso sé stessi (Borghetti), contrastare l’impotenza e la solitudine (Chistè), non rinunciare alle opportunità (Ottonello). Giannotti usa le parole di Dalla: “non bisogna aver paura ma stare un poco attenti” per non frenarsi davanti ai sogni che sembrano irrealizzabili. E poi avere un punto di riferimento nelle difficoltà (Colombo), avere da fare (Canfora) e, usando le parole di M.L. King, “un giorno la paura bussò alla porta, il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno” (La Torre). Un inno alla fiducia in sé e nelle altre persone, un invito a condividere storie di coraggio e di speranza.