La prima antologia di scrittrici afroitaliane e il contributo dei lettori alla lotta antirazzista
Di Ilaria Cappelletti
È da parecchio tempo che voglio proporre una recensione della raccolta “Future – il domani narrato dalle voci di oggi” a cura di Igiaba Scego e pubblicato da Effequ.
Si tratta di un libro che ho aspettato a lungo e con impazienza perché ormai da tanto mi sono resa conto che abbiamo bisogno di autori BAME (Black, Asian, and Minority Ethnic) che raccontino il nostro Paese, ma che il mercato letterario non è così disponibile a pubblicarli. Quindi, quando ho visto per la prima volta la pubblicità di questo libro su Facebook mi sono emozionata e ho cercato di averlo tra le mani il prima possibile.
Quando finalmente l’ho letto, il mio entusiasmo è semplicemente salito alle stelle. In “Future”, undici scrittrici afroitaliane si raccontano indagando il passato, il presente e il futuro dell’Italia.
Ogni scrittrice ha un suo stile impeccabile e una prospettiva unica.
“Future” è un libro coraggioso, che attraverso dei racconti brevi penetra nelle viscere di un passato coloniale con cui non abbiamo ancora fatto i conti, descrive un presente di razzismo che molti non vogliono riconoscere e riflette su un futuro basato sull’incertezza.
È anche un libro in cui l’identità diasporica, complessa e vitale, viene abbracciata, celebrata e in qualche modo spiegata a chi non riesce a concepire un’idea di identità che non sia monolitica.
In questi undici racconti brevi le culture si fondono, le voci emergono chiare e forti, i nostri luoghi vengono descritti finalmente da un altro punto di vista, diverso da quello a cui siamo abituati ma orgogliosamente autentico. Si tratta di un’opera esaltante perché ogni autrice ha una voce inconfondibile, ogni storia è unica e nel giro di solo undici racconti si può passare dal genere storico alla distopia senza far mai annoiare il lettore.
Il vero motivo per cui oggi voglio parlare di “Future”, tuttavia, non è solo l’incredibile bellezza di questa antologia, bensì la necessità di una riflessione più ampia che si lega alla pubblicazione di opere come questa e alle recenti notizie di cronaca che hanno fatto il giro del mondo.
Tutti abbiamo visto il video dell’omicidio di George Floyd per mano di un agente di polizia a Minneapolis, tutti abbiamo visto le manifestazioni del movimento Black Lives Matter propagarsi in diverse parti del mondo, perfino in Italia, e forse a queste manifestazioni abbiamo anche partecipato.
Eppure, come molti hanno fatto notare, non basta manifestare in solidarietà con gli afroamericani: bisogna iniziare a riconoscere il razzismo sistematico del nostro Paese (che ha radici lontane) e a manifestare in solidarietà degli afroitaliani prestando ascolto sul serio alle loro voci.
Quando “Future” è stato pubblicato l’ho cercato in alcune grosse librerie, dato che purtroppo nella mia zona di librerie indipendenti ormai non ce ne sono più, e nessuna di queste librerie ha voluto ordinarlo.
Mi è stato detto che la casa editrice era una casa editrice piccola e sconosciuta, che ci sarebbero voluti mesi per farlo arrivare… Alla fine ho deciso di ordinarlo via internet. L’ho ricevuto in pochissimi giorni. I miei soldi non sono finiti nelle tasche della grossa catena di librerie e io sono stata contentissima del mio acquisto.
Se mi fossi arresa al fatto che le grosse librerie non volevano procurarmelo, non avrei potuto leggere le storie di queste autrici.
Ed è su questo che mi vorrei soffermare: in quanto consumatori di un prodotto culturale possiamo creare una domanda che spinga il mercato a dedicare uno spazio anche ad autori afroitaliani.
Sono ormai decenni che gli scrittori della diaspora denunciano la difficoltà di essere pubblicati, ma credo che noi, come pubblico e come lettori, possiamo avere un ruolo determinante nel far sì che gli editori si concentrino sulle loro voci e ci permettano una volta per tutte di leggere le loro parole.
“Future” è solo un esempio di produzione letteraria di altissimo livello di autori afroitaliani, ci sono tante altre opere che potremmo comprare sostenendo, così facendo, la lotta per la visibilità di questi scrittori e di conseguenza la loro lotta quotidiana contro il razzismo nel nostro Paese.
Il mio invito è, quindi, quello di cercare questi autori, queste voci e iniziare a pretendere il diritto di leggere i loro libri non solo perché ci possiamo trovare davanti a opere elettrizzanti come “Future” ma perché queste opere sono fondamentali per comprendere davvero cosa significhi essere italiani oggi.